martedì 2 novembre 2010

Il paese delle mezze verità

E' risaputo che in tempo di crisi per far quadrare i conti è necessario tagliare qualcosa, come ad esempio le spese inutili, gli sprechi, i fondi e i finanziamenti. Tutte le imprese quindi, durante questi periodi pericolosi per i loro conti bancari, applicano una politica di taglio delle spese.
Anche le grandi reti televisive, le imprese più remunerative che esistano sul mercato, non sono esonerate da questa politica, in Italia più che in ogni altro paese questo è chiaro ormai da qualche anno: per sanare i conti bisogna tagliare tutto, anche le notizie.
Dagli anni Novanta ad oggi il numero di servizi e di inchieste trasmesse dai telegiornali delle due maggiori reti televisive italiane è calato drasticamente. I servizi sono diventati sempre più brevi e snelli fino al punto che la Rai ha deciso di creare un nuovo telegiornale, più diretto ed immediato, dalla durata di 1 minuto: "Tg 60 secondi".
Ma perchè si è deciso di impoverire sempre di più i Tg? Tutto questo non potrebbe provocare un'eccessiva semplificazione degli eventi e delle vicende accadute?
Una persona di norma formula la propria opinione sulla base delle informazioni che possiede, questa poi si articolerà sempre di più con l'aumentare delle informazioni acquisibili dall'esterno (dai notiziari e dai mass media in generale), fino a raggiungere lo stadio finale: l'idea.
La formulazione dell'idea è tanto più rapida quanto più semplici sono le informazioni acquisite, quindi questo impoverimento delle notizie potrebbe illudere le persone convincendole che i problemi di una società siano di facile soluzione; ad esempio il telespettatore potrebbe illudersi che per ridurre il numero di disoccupati sia sufficente bloccare l'immigrzione clandestina, questo è un errore in quanto non è una misura sufficente anzi potrebbe favorire il pregiudizo e la xenofobia collettiva.
Ma chi trae guadgano da tutto ciò? la risposta è semplice: i politici. I partiti xenofobi sono quelli che traggono maggior vantaggio da una informazione scarna, ma non solo, anche la forza politica al governo può trarre vantaggio da una situazione del genere perchè ottiene un'ottima motivazione per aumentare la sua forza e il suo autoritarismo. E' forse un caso che in Italia il partito che governa ormai da quasi 18 anni sia quello che possiede il maggior numero di iscritti che ricoprono ruoli dirigenziali, e non solo, nelle maggiori televisioni e nei maggiori quotidiani nazionali? E' forse un caso che la Lega Nord, il maggiore partito xenofobo, sia passato dal 8,6% del 1992 al 12,3% di oggi? E' evidente che solo attraverso un'informazione dettagliata e veritiera sia possibile acquisire la realtà dei fatti, molti ritengono indispensabile per il benessere di una democrazia che i mass media siano veritieri, professionali e soprattutto indipendenti.

lunedì 16 agosto 2010

Il fiume e la cava

Una storia lunga e travagliata quella della cava Parussini di Codroipo, nata nel 1984 tra la zona industriale di Pannelia e la riva orientale del fiume Tagliamento, la cava passa nel 1997 sotto la gestione di Friulcave; oggigiorno occupa una supeficie pari a 160.000 m² e vi sono stati esportati circa 600.000 m³ di inerte.
Dal 2006 la ditta titolare, Friulcave, sta promuovendo un progetto di ampliamento del sito estrattivo senza incontrare grosse resistenze, l'unica obiezione fu mossa dalla regione Friuli Venezia Giulia che costrinse i proprietari a redigere la valutazione di impatto ambientale (V.I.A.) al fine di verificare l'inesistenza di rischi gravi per l'ambiente e le persone. Uno dei rischi evidenziati dalla Commissione Regionale era il possibile svuotamento dei bacini sotteranei di acqua potabile, situati a circa 3 km a sud-est dell'area di cava. Questi bacini vengono sfruttati dall'acquedotto di Biauzzo che alimenta una parte considerevole del Medio e del Basso Friuli, e per questo risulta essere il secondo acquedotto più grande del Consorzio Acquedotto Friuli Centrale (CAFC).
Era questo uno dei dubbi che ha bloccato il progetto per anni, finché la V.I.A. ha dimostrato l'infodatezza di questo pericolo, secondo gli studi eseguiti dai tecnici la falda potabile che alimenta l'acquedotto scorre ad una profondità maggiore rispetto a quella che gli escavatori della Friulcave raggiungerebbero per prelevare la preziosissima ghiaia.
Eliminato questo pericolo e sparite quindi le resistenze della Regione, il comune di Codroipo ha dato il via alle procedure di approvazione cercando di mantenere un profilo il più basso possibile; basti notare il fatto che l'iniziativa è stata proposta alla cittadinanza il 17 dicembre 2009, con la speranza che nessuno se ne accorgesse vista la sua vicinanza alle feste natalizie. L'obiettivo è stato raggiunto visto che le tre sedute del consiglio comunale nelle quali si è discusso di questa storia avevano uno numero di partecipanti invariato rispetto alle precedenti, e che pochissimi nel codroipese fossero a conoscenza di questo progetto e della sua evoluzione.
Ma procediamo ora all'analisi del progetto:
Friulcave prevede di estrarre circa 1.250.000 m³ di materiale per un periodo di tempo pari a 15 anni; questo materiale è situato ad una profondità di 25 m, al disotto del livello di falda, quindi la sua estrazione prevede la fuoriuscita totale della falda sottostante. Il progetto prevede inoltre, una volta terminato il lavoro di estrazione, la realizzazione di un bacino lacustre perenemmente allagato ("un lago" n.d.a) su di una superficie massima di circa 80.000 m² in condizioni di massimo livello di falda, con una profondità superiore ai 20 m. E' previsto inoltre l'innesto di piante lacustri tipiche della pianura friulana.
Ma questa opera di riqualificazione ambientale sarà realmente efficace? la risposta a questa domanda è molto dubbia, basti notare che le piante lacustri che verranno trapiantate per sopravvivere necessitano di un livello d'immersione costante, quindi sarà necessario costruire due bacini di equilibrio che impediscano un'eccesiva variazione di quantità d'acqua presente nel bacino, variazione provocata dai periodi di piena e di magra della falda.
La fuoriuscita della falda non comprometterà l'equilibrio idrogeologico del fiume Tagliamento? anche in questo caso non si ha una risposta certa, però è noto che il Tagliamento ha un equilibrio molto delicato essendo un fiume per lo più sotteraneo: nella zona che va da Tolmezzo a Latisana scorre sotto terra attraverso un delicatissimo sistema di falde. Inoltre il Tagliamento risulta essere uno dei pochi fiumi di questo tipo a livello europeo ancora inalterato, è noto infatti che studiosi Tedeschi e Austriaci percorrano molti chilometri per raggiungere la nostra regione e studiare la sua particolare natura.
Come mai Friulcave è interessata ad ampliare questa particolare cava e perchè il comune di Codroipo non si è opposto? Esiste un'ipotesi al rigurdo: pare che la Friulcave, affiliata della tristemente nota Italcementi, abbia vinto la gara d'appalto per la fornitura dei materiali per la realizzazione della terza corsia della A4 Venezia-Trieste; mentre pare che il comune di Codroipo non si sia opposto perchè, ad ogni metro cubo di matriale estratto dalla cava, esso riceva 0,50€ che moltiplicati per 1.250.000 (la quantità di matriale che si prevede venga estratta in 15 anni) fanno un totale di 625.000 €.
In conclusione questo è l'ennesimo esempio di come ormai con una giusta quantità di denaro sia possibile acquistare qualsiasi cosa, perfino un fiume, un bene che appartiene a tutti, e che tutti dovrebbero proteggere e conservare per mantenere intatta la bellezza e la salute della propria terra.

sabato 3 luglio 2010

L'angolo delle citazioni

"In Italia non esiste sostegno ai giovani disoccupati ... tutto è delegato a mamma e papà. Vi stà bene? Si fà davvero fatica a capirvi ... Ma insomma ragazzi svegliatevi, non fidatevi di delegare la protesta a qualche furbastro."

(Curzio Maltese, giornalista - parlando dei giovani)

venerdì 2 luglio 2010

COSTUMI - L'arte di scandalizzare

"Non fare lo sciocco", mia madre me lo ripeteva sempre quando avevo 10 anni, ma nonostante questa sua raccomandazione continuavo a rendermi ridicolo per far divertire i miei amici. Finché ero io, un semplice bambinetto di provincia, quei comportanti erano in un certo senso normali, ma quando mi resi conto che molti adulti si comportavano esattamente nel mio stesso modo, iniziai a pensare che quella semplice pagliacciata infantile poteva diventare il sintomo di una sorta di corruzione; una Corruzione dei Costumi.
Com'è possibile che un consigliere provinciale e un governatore, entrambi sposati e con figli, la sera frequentino motel e appartamenti alla ricerca di transessuali e di droghe? Com'è possibile che su 50 deputati 16 facciano uso di stupefacenti? com'è possibile che per vincere una gara pubblica d'appalto sia sufficente regalare al capo della commissione una valigetta piena di soldi o magari un soggiorno in un centro fitness in compagnia di due "dolcissime massaggiatrici indonesiane"?
Ebbene tutto ciò è stranamente possibile se viene a mancare il concetto di Buon Costume. Oggigiorno il nostro Paese sta vivendo un periodo di profonda confusione culturale; gli scandali politici sono all'ordine del giorno e il senso del pudore sembra aver raggiunto livelli bassisimi.
Gli anni Ottanta sono stati un periodo di rivoluzionario per i nostri Costumi, grazie a donne come Cicciolina e Moana Pozzi abbiamo potuto abbandonare tutto quel Perbenismo che in un certo senso limitava la nostra libertà d'espressione.
E' giusto che ognuno di noi sia libero di adottare tutta una serie di comportamenti che più lo appagano, ma questi non possono e non devono essere determinanti in campo decisionale; per esser precisi non si può ottenere un incarico importante e prestigioso semplicemente mostrando una minigonna vertiginosa o esibendo una scollatura molto provocante. Siamo giunti ad un livello tale che risulta necessario riappropiarsi di quel concetto di Buon Costume che ci permette di essere imparziali, e che all'atto di prendere una decisione ci dia la lucidità di scegliere una persona (di qualsiasi sesso) in virtù delle sue qualità, non solo estetiche. Quando ricopriamo cariche importanti e rilevanti in campo sociale e politico, dobbiamo sforzarci di mettere da parte le nostre passioni più sfrenate. Si tratta di uno sforzo intellettuale necessario, ma notevole perchè lo dice anche il detto: "l'occhio vuole la sua parte".

lunedì 28 giugno 2010

mercoledì 23 giugno 2010

Lega Nord - la storia di una identità

Era l'11 Maggio 1992 quando Umberto Bossi poggiò a Pontida la prima pietra della Repubblica del Nord: "quello di oggi è l'annuncio di una dichiarazione di guerra ... , il primo atto di guerra vera contro la partitocrazia". Fu un inizio prorompente quello della Lega, che fece tremare le poltrone del parlamento a Roma. Lo scandalo di Tangentopoli era appena scoppiato, la Democrazia Cristiana era a pezzi, e Bettino Craxi era appena fuggito in Tunisia.
Fu in questo clima molto duro per la politica italiana che dalla spaccatura del centro-destra emerse questo nuovo partito che come obiettivo ultimo aveva la difesa dell'identità dei popoli subalpini, ottenibile solo attraverso l'attuazione del progetto "Nord libero, unito e federale". "Se vogliamo che l'Italia non diventi la Calabria d'Europa la Lega Nord deve vincere le elezioni!", erano queste le parole di Luigi Moretti, parole forti proprio come quelle del suo capo, il Senatùr, parole che non lasciano margini di trattazione.
"E' l'ultima volta che teniamo conto del resto dell'Italia ... ; nessuno dei parlamentari leghisti è autorizzato a trattare o a prendere cariche istituzionali", così il suo ideologo, Gianfranco Miglio, riassumeva la linea guida della Lega.
Ma quelle idee così forti e decise sono ancora vive nel popolo Padano? Dopo 18 anni i leader padani credono ancora in quegli ideali enunciati a Pontida nel '92?
E' difficile trovare una risposta a queste domande, da un lato questa potrebbe essere affermativa visto che, oggi come allora, il Senatùr e i suoi gerarchi continuano a ribadire la necessità di attuare un federalismo che permetta alla Repubblica Padana di prendere vita. Dall'altro però potrebbe essere negativa perchè tre leader leghisti e lo stesso Bossi siedono oggi sulle poltrone di Palazzo Chigi, e rivestono i ruoli di ministro delle Riforme, delle Seplificazioni, e degli Interni, violando apertamente l'obbligo di non rivestire cariche istituzionali.
Insomma pare chiaro che la Lega sia stata assorbita da quel sistema politico che cercava di combattere; potrebbe sembrare che la Lega Nord di oggi mostri due facce al suo popolo: una fedele al passato, pretendendo il federalismo e l'indipendenza della Padania, l'altra più occulta e fatta da accordi e sotterfugi con quei burocrati romani che si era ripromessa di combattere ed eliminare.
Alla luce di queste rivelazioni la Lega Nord può essere considerata un partito veramente nuovo?
o è solo all'apparenza? Darà veramente vita ad una repubblica Padana? o la sua brama di potere la porterà ad abbandonare i suoi principi fondatori?
Solo il tempo potrà rispondere a queste domande.

giovedì 13 maggio 2010

L'angolo della citazioni

"La Mafia è una montagna di merda!"


(Peppino Impastato, assisinato il 9 Maggio 1978)

domenica 25 aprile 2010

25 aprlie, la festa della libertà

Invito tutti quanti a leggere interamente il discorso che il sindaco di Udine, Furio Honsell, ha letto il 25 aprile 2010 in occasione della festa della Liberazione. Non spaventatevi dalla lunghezza, ogni riga vi riempirà di orgoglio e vi spingera ad andare fino in fondo.

http://www.rifondazionefriuli.it/honsell25aprile2010.html

sabato 20 marzo 2010

Yemen - una foto dal futuro

"Lo Yemen è il primo paese al mondo in cui l'acqua inizia a scarseggiare. Nella capitale, Sana'a, le riserve d'acqua si esauriranno entro i prossimi dieci anni. Sta per esaurisrsi anche il petrolio - principale fonte di reddito della nazione - e lo Stato va perdendo il controllo di varie parti del Paese a causa delle ribellioni di carattere tribale, regionale e religioso. I problemi dello Yemen rappresentano i problemi del futuro (...)"
(cit. "Lo Yemen dimenticato" L'espresso, 18/03/2010)

Paul Salem è l'autore di questo articolo molto interessante e a mio parere molto illuminante; in esso egli espone la vita travagliata dello Yemen, un piccolo paese situato nella punta sud della penisiola Arabica, che in questo momento sta vivendo una profonda crisi provocata dalla scarsità delle risorse primarie (acqua, cibo, ...) e dalle continue ribellioni che stanno letteralmente lacerando il Paese.
Secondo Salem i problemi che oggi affligono lo Yemen, domani riguarderanno tutto il mondo; la scarsità dell'acqua provocherà l'esodo di centinaia di milioni di individui che spinti dalla disperazione cercheranno conforto nelle regioni più settentrionali (Europa, America del Nord, Asia settentrionale) e questo provocherà l'eccessivo concentrarsi di persone in una stessa regione e quindi le sue risorse si esauriranno ancora più in fretta. Questo provocherà altri esodi finchè non si arriverà ad un punto di non ritorno: la guerra Mondiale. Questa volta però non sarà provocata da mere ragioni economiche ma dallo spirito di autoconservazione degli individui.
Il problema principale dello Yemen, e che Salem espone in modo molto chiaro, è che la sua crisi si stà ripercuotendo sui suoi vicini. Essa si sta diffondendo come un tumore e sia l'ONU che i paesi Occidentali stanno facendo ben poco per fermare questa "epidemia".
Nel suo articolo Salem dice: "Si ritiene che fornendo ad una società i mezzi e gli strumenti per organizzarsi e sfruttare le sue risorse, questa si troverà già sulla strada dello sviluppo sostenibile. Poiché le risorse scarseggiano sempre di più, questo approccio comporta che lo sviluppo conduca involontariamente molte società alla rovina. In un mondo in cui i paesi sono sempre più legati tra di loro, il collasso di una società ha ripercussioni sull'economia, sulla sicurezza e sulla politica di quelle ad essa vicine."
Alla luce di questo vengo a propore due quesiti: E' concretamente possibile fermare questo meccanismo di autodistruzione? Se si, è possibile farlo nel più breve tempo possibile oppure quando inizieremo realmente a fare qualcosa sarà ormai troppo tardi?

giovedì 18 marzo 2010

Il Ventennio Fascista - una pesante eredità

Negli anni succesivi al Primo conflitto mondiale l'Italia vide un improvviso aumento di tumulti dovuti all'insoddisfazione popolare causata dalle enormi sofferenze patite durante la guerra e agli scarsissimi risultati ottenuti al tavolo delle trattative internazionali. Nel biennio 1919-20 i Socialisti danno il via nelle aree industriali ad una serie di lotte operaie e nelle campagne dirigono le numerose rivolte contadine. Questa "ondata rossa" preoccupa enormemente le classi sociali più agiate, si teme lo scoppio di una rivoluzione comunista come accaduto in Russia due anni prima. Alfine di scongiurare tale pericolo, alcuni gruppi di militari in congedo, decidono di impugnare le armi e di contrastare con la forza i "Sovversivi Rossi". Iniziano così una serie di sanguinosi scontri tra Manifestanti e Camice Nere (questo è il nome adotatto da questi ex-militari che indossano, per riconoscersi, camicie di quel colore), quest'ultime vengono viste di buon occhio dall'alta borghesia e dalle forze politiche perchè contribuiscono a ristabilire l'ordine nelle città e nelle campagne. Nel 1921 il loro leader, Benito Mussolini, decide di fondare un partito nel quale inquadrare questi corpi paramilitari e dargli così legittimità politica. Fonda il Partito Nazional Fascista (PNF) che nel giro di pochi anni ottiene l'incarico di governo e da vita ad una dittatura. Tra il 1925 e il 1926 con l'introduzione delle "Leggi Fascistissime" lo stato liberale italiano cessa di esistere e nasce la dittatura personale di Mussolini; una volta ottenuto il potere e messo a tacere gli avversari, il Duce del fascismo si dedica alla realizzazione del suo sogno: far diventare l'Italia una potenza mondiale. A cavallo tra gli anni '20 e '30 vengono realizzate una serie di opere pubbliche per modernizzare il paese e dare lavoro a tutta la popolazione: vengono bonificate le zone paludose (famosa quella dell'Agro Pontino), vengono costruite strade e ferrovie. Nel 1936 viene conquistata l'Etiopia e nasce "l'Impero Italiano"; con lo scoppio del secondo conflitto mondiale, l'Italia entra in guerra a fianco della Germania Nazista, in soli tre anni però si troverà nuovamente in ginocchio. Caduto il regime, e sconfitto il nazismo, inizia la ricostruzione post-bellica con il piano Marshall. Dopo alcuni anni, negli anni '50, un gruppo di nostalgici fonda una movimento che si rifarà all'Italia del Ventennio, nasce così "Ordine Nuovo". Lo scopo di questo movimento è quello di riportare il fascismo al potere, provocando caos e confusione in modo da costringere le forze politiche ad accettare un regime autoritario che imponga un nuovo ordine. Nel decennio 1969-1980, questo movimento para-politico si rende responsabile di una serie di attentati terroristici (strage alla stazione di Bologna, al treno Italicus, alla banca di Piazza Fontana, etc.) lo scopo è quello di uccidere il maggior numero di civili possibile e quindi di provocare quello stato di caos che aveva permesso, trent'anni prima, a Mussolini di prendere il potere. Nel 1976 nasce un'altro movimento, l'MSI (Movimento Sociale Italiano), anch'esso di matrice fascista, ma più moderato rispetto a Ordine Nuovo perchè si ispira all'esperienza della Repubblica Sociale Italiana del 1943. In conclusione il fascismo ha lasciato una eredità pesante i cui effetti non sono stati ancora oggi metabolizzati. Nelle nostre città esistono ancora moltissime strutture edificate durante il Ventennio, la nostra linea ferroviaria rispecchia ancora il progetto voluto dal Duce, il Codice Civile del 1942 è tutt'ora in vigore, ma oltre a questo l'eredità fascista include milioni di morti a causa del conflitto mondiale, delle violenze delle Camice Nere, degli attentati e delle stragi compiute in anni recenti. Alla luce di tutto ciò sorge spontanea una domanda: il benessere e il progresso di una nazione è superiore alle libertà personali? In altre parole, in politica "il fine giustifica i mezzi"?

giovedì 4 marzo 2010

L'angolo delle citazioni

"La politica và fatta con le mani pulite"


(Sandro Pertini - VII presidente della Repubblica)

giovedì 18 febbraio 2010

domenica 14 febbraio 2010

L'Italia Contemporanea

Viviamo tempi difficili, la crisi economica mondiale ci ha colpito, la crisi politica non accenna a migliorare e i tumulti sociali si fanno sempre più accesi, una situazione tutt'altro che positiva.
La storia ci ha insegnato che è grazie a momenti come questo che la civiltà umana ha potuto migliorarsi ed evolvere: dalla crisi della Repubblica Romana è nato l'Impero, dalla crisi del regime assolutista di Luigi XVI è nata la Repubblica Francese e dalla crisi del 1929 è nato il Welfare State.
Vista la situazione in cui il nostro paese vessa mi sorge spontanea una domanda: vedremo anche in Italia una poderosa "evoluzione" che risolverà i nostri problemi più gravi?
E' certo però che per realizzare dei grandi cambiamenti c'è bisogno di grandi uomini, l'Impero Romano nacque grazie a Giulio Cesare, la Repubblica Francese grazie a Robespierre e il Welfare state grazie a Franklin Delano Roosvelt; ebbene in Italia abbiamo un uomo di questo calibro? Abbiamo un personaggio, o un gruppo di personaggi, capaci di avviare e di guidare il processo di evoluzione del nosto Paese? Oppure scivoleremo lentamente verso il baratro dell'inciviltà?
La risposta secondo me sta nei giovani, in tutti quei ragazzi di venti e trent'anni che ancora non sono stati fagocitati da questo sistema corrotto, che ancora hanno una speranza, che auspicano un futuro migliore libero dai condizionamenti del recente passato, la cui responsabilità va in gran parte attribuita alla precedente generazione cioè quella dei nostri "genitori" responabili di aver costruito una società fondata sull'apparenza sull'immagine e sul superfluo.
A mio modesto parere un futuro migliore è possibile, basta trovare le persone giuste; stiamo vivendo un'occasione unica, un'occasione che non possiamo farci scappare: cambiare in meglio le sorti della nostra Italia!

domenica 10 gennaio 2010

I video tratti dal tg di La7 sulla tragedia di Rosarno

l'inizio degli scontri
l'ombra della 'ndrangheta
le abitazioni degli "schiavi"

Rosarno, la Memphis italiana

Erano le 19.05 del 4 aprile 1968 quando Martin Luther King morì all'ospedale civile di Memphis; grazie al suo sacrificio la questione degli afroamericani esplose in tutta la nazione e il mondo intero raggiunse la consapevolezza che la discriminazione razziale era divenuta insostenibile per tutta la popolazione nera o qualsiasi altra cultura emarginata.
I disordini accaduti a Rosarno in questi giorni hanno, per certi aspetti, le fattezze delle battaglie combattute per le strade americane negli anni Sessanta o alla periferia di Parigi qualche anno fa: in entrambi i casi la minoranza calpestata ed oppressa ha esploso tutta la sua rabbia e la frustrazione per le ingiustizie subite l'ha portata a riversarsi nelle strade creando delle situazioni di autentica guerra civile.
In Calabria e non solo, centinaia di immigrati lavorano sotto al sole 12 ore al giorno per guadagnare 20€ chinati a raccogliere frutta e ortaggi destinati ai mercati di noi italiani abbienti, senza contare poi che il 30% del loro misero compendio giornaliero devono cederlo ai cosiddetti "caporali" che altro non sono che una sottospecie di Padrini africani che gestiscono il traffico dei loro compatrioiti lavoratori.
Oltre a tutto questo i raccoglitori sono costretti a subire le ingiurie e gli scherni di una parte di popolazione stupida e xenofoba che non si rende conto delle condizioni di lavoro e di vita al limite del selvaggio cui sono costretti questi poveri immigrati scappati dalle loro terre costretti a cercar fortuna altrove.
Fortunatamente interviene lo Stato a risolvere queste situazioni inique e giustamente si schiera dalla parte del debole: l'italiano. L'orgoglioso italiano che vede sottrarsi davanti a suoi occhi importanti posti di lavoro da degli immigrati che "potevano starsene a casa loro"; ma siamo sicuri che il debole sia l'italiano? Siamo sicuri che anche solo un italiano su 56 milioni sarebbe disposto a fare quei lavori? Ai posteri l'ardua sentenza...

mercoledì 6 gennaio 2010

Trenitalia, l'opinione di un pendolare

Sono tre mesi ormai che prendo il treno delle 7.15 alla stazione di Codroipo e in un ora e trenta minuti raggiungo Trieste, la mia destinazione. Il viaggio è sempre tranquillo, a tratti piacevole, si conversa con i propri amici, si osserva il paesaggio, si ascolta un pò di musica, ci si riposa e se necessario si studia. Fino a qui nessun problema, il viaggio è piacevole, l'orario ottimo e il tempo di percorrenza relativamente breve, però c'è un piccolo problema, il sedile.
Le carrozze che in genere compongo i convogli che percorrono la linea Venezia-Udine-Triste sono per lo più sporche, vecchie e danneggiate, i sedili sono rotti, il riscaldamento o non funziona o funziona troppo bene (il caldo è talmente forte che bisogna aprire i finestri anche se fuori ci sono 2°C ), i corridoi, i bagni e i sedili sono di una sporcizia indefinibile.
Più di una volta ho dovuto cambiare carozza per trovare un sedile relativamente pulito (perchè di veramente puliti non ne esistono), in genere i sedili sono coperti di meravigliose macchioline nere o marroncine che ricordano tantissimo certi quadri di Jackson Pollock, in altri casi esso ha completamente cambiato colore ed è diventato grigio.
Come se non bastasse una volta trovato un posto dignitoso bisogna fare attenzione a non sedersi torppo rapidamente perchè si corre il pericolo di alzare una nebbia di polvere talmente fitta che sembra di essere in Val Padana. Per quanto possa sembra assurdo e stravagante, tutto quello detto fino ad ora è incredibilmente vero, quindi alla luce di ciò una domanda sorge spontanea: è giusto pagare 9,20€ per percorre 75 km seduti su un sedile che potrebbe trasmetterti il tifo?
A voi la risposta.