domenica 10 gennaio 2010

I video tratti dal tg di La7 sulla tragedia di Rosarno

l'inizio degli scontri
l'ombra della 'ndrangheta
le abitazioni degli "schiavi"

Rosarno, la Memphis italiana

Erano le 19.05 del 4 aprile 1968 quando Martin Luther King morì all'ospedale civile di Memphis; grazie al suo sacrificio la questione degli afroamericani esplose in tutta la nazione e il mondo intero raggiunse la consapevolezza che la discriminazione razziale era divenuta insostenibile per tutta la popolazione nera o qualsiasi altra cultura emarginata.
I disordini accaduti a Rosarno in questi giorni hanno, per certi aspetti, le fattezze delle battaglie combattute per le strade americane negli anni Sessanta o alla periferia di Parigi qualche anno fa: in entrambi i casi la minoranza calpestata ed oppressa ha esploso tutta la sua rabbia e la frustrazione per le ingiustizie subite l'ha portata a riversarsi nelle strade creando delle situazioni di autentica guerra civile.
In Calabria e non solo, centinaia di immigrati lavorano sotto al sole 12 ore al giorno per guadagnare 20€ chinati a raccogliere frutta e ortaggi destinati ai mercati di noi italiani abbienti, senza contare poi che il 30% del loro misero compendio giornaliero devono cederlo ai cosiddetti "caporali" che altro non sono che una sottospecie di Padrini africani che gestiscono il traffico dei loro compatrioiti lavoratori.
Oltre a tutto questo i raccoglitori sono costretti a subire le ingiurie e gli scherni di una parte di popolazione stupida e xenofoba che non si rende conto delle condizioni di lavoro e di vita al limite del selvaggio cui sono costretti questi poveri immigrati scappati dalle loro terre costretti a cercar fortuna altrove.
Fortunatamente interviene lo Stato a risolvere queste situazioni inique e giustamente si schiera dalla parte del debole: l'italiano. L'orgoglioso italiano che vede sottrarsi davanti a suoi occhi importanti posti di lavoro da degli immigrati che "potevano starsene a casa loro"; ma siamo sicuri che il debole sia l'italiano? Siamo sicuri che anche solo un italiano su 56 milioni sarebbe disposto a fare quei lavori? Ai posteri l'ardua sentenza...

mercoledì 6 gennaio 2010

Trenitalia, l'opinione di un pendolare

Sono tre mesi ormai che prendo il treno delle 7.15 alla stazione di Codroipo e in un ora e trenta minuti raggiungo Trieste, la mia destinazione. Il viaggio è sempre tranquillo, a tratti piacevole, si conversa con i propri amici, si osserva il paesaggio, si ascolta un pò di musica, ci si riposa e se necessario si studia. Fino a qui nessun problema, il viaggio è piacevole, l'orario ottimo e il tempo di percorrenza relativamente breve, però c'è un piccolo problema, il sedile.
Le carrozze che in genere compongo i convogli che percorrono la linea Venezia-Udine-Triste sono per lo più sporche, vecchie e danneggiate, i sedili sono rotti, il riscaldamento o non funziona o funziona troppo bene (il caldo è talmente forte che bisogna aprire i finestri anche se fuori ci sono 2°C ), i corridoi, i bagni e i sedili sono di una sporcizia indefinibile.
Più di una volta ho dovuto cambiare carozza per trovare un sedile relativamente pulito (perchè di veramente puliti non ne esistono), in genere i sedili sono coperti di meravigliose macchioline nere o marroncine che ricordano tantissimo certi quadri di Jackson Pollock, in altri casi esso ha completamente cambiato colore ed è diventato grigio.
Come se non bastasse una volta trovato un posto dignitoso bisogna fare attenzione a non sedersi torppo rapidamente perchè si corre il pericolo di alzare una nebbia di polvere talmente fitta che sembra di essere in Val Padana. Per quanto possa sembra assurdo e stravagante, tutto quello detto fino ad ora è incredibilmente vero, quindi alla luce di ciò una domanda sorge spontanea: è giusto pagare 9,20€ per percorre 75 km seduti su un sedile che potrebbe trasmetterti il tifo?
A voi la risposta.