lunedì 21 gennaio 2013

Lettera di DIMISSIONI

Al responsabile organizzativo regionale               
Al segretario federale di Udine                            
Al responsabile comunicazione regionale            
Al responsabile comunicazione federale di Udine 


Con la presente,
lo scrivente Berti Nicolò dichiara la propria intenzione a non rinnovare l'iscrizione a Sinistra Ecologia e Libertà per l'anno 2013 e a riconsegnare gli incarichi e le delghe ricevute:
- delegato in Assemblea Regionale;
- referente comunicazione regionale per la federazione di Udine;
- assistente alla comunicazione per la federazione di Udine.

Le motivazioni che mi spingo a sospendere con effetto immediato la mia attività politica all'interno di Sinistra Ecologia e Libertà trovano origine in due fattori, uno di natura personale e l'altro politico.
Per quanto riguarda le motivazioni personali, nascono dalla necessità di concentrarmi nella conclusione del mio percorso di studi universitari presso la facoltà di Scienze Politiche dell'Università di Trieste e nella valutazione sul percorso da intraprendere non appena conseguito il titolo.
Le motivazioni politiche trovano origine in una serie di fattori e di incongruenze interne al partito e ai suoi organismi rimaste invariate nei tre anni di vita dell'organizzazione. Queste incongruenze trovano origine nei suoi stessi membri e nei rapporti personali che si sono venuti a formare tra di essi all'interno del partito, per questa ragione risultano essere endemiche e quindi molto dure, se non addirittura impossibili, da sradicare. Incongruenze che hanno dato vita a correnti politiche che anzichè risolvere i propri confronti all'interno degli organismi istituiti apposta per questo scopo, quali le assemblee federali e regionale, hanno maturato all'esterno di esse portando alla formazione di "fazioni" in aperto scontro tra di esse, rendendo così impossibile l'unità di intenti e di azione del partito.
La natura di questo scontro ha portato alla paralisi dell'organizzazione impedendo, fatta l'eccezione per alcuni circoli e federazioni, lo sviluppo e la crescita uniforme del dibattito politico al suo interno e del partito nella nostra Regione. Trascorsi tre anni ormai dalla nascita di Sinistra Ecologia e Libertà molti passi sono stati fatti, permettendo una qualche forma di strutturazione a tutti i livelli, ma questo non ha avuto come conseguenza lo sviluppo completo del partito essendo rimasto bloccato a causa di quello scontro interno di cui prima parlavo.
Vista la quasi irrisolvibilità di questo scontro e le enormi difficoltà che accompagnano la vita del partito, ritengo che esso si avvierà inevitabilmente alla dissoluzione, se non in tempi brevi, certamente non lunghissimi, perchè nato dall'unione di diverse forze che non hanno avuto la capacità di differenziarsi chiaramente dalle diverse organizzazioni presenti ai suoi estremi politici, condannandolo quindi ad una rappresentatività nella società civile quanto mai risicata (fatte le dovute eccezioni in certe aree geografiche).

Una scelta difficile che è maturata nel corso dell'ultimo anno vedendo lo scontro tra le fazioni inasprirsi sempre più nonostante i richiami all'unità e all'equilibrio all'interno del partito.
Nel concludere vorrei ringraziare tutti quei compagni e quelle compagne con cui ho avuto il piacere di lavorare nel corso di questi tre anni di attività e che godono a pieno della mia stima; compagni e compagne con cui mi auguro di conoservare un rapporto di amicizia anche dopo il mio ritiro da Sinistra Ecologia e Libertà e ai quali rivolgo il saluto più caloroso e l'augurio per un buon proseguimento di attività.


Nicolò Berti

mercoledì 9 gennaio 2013

Vita di partito

Sono passati quasi quattro anni ormai dal mio primo impegno in campo politico che decisi di assumere con i Giovani Democratici del Medio Friuli. Ancora diciottenne mi inserii in una realtà che in un primo momento feci fatica a comprendere, finendo col trarre delle conclusioni superficiali ed errate, dettate principalmente da fattori emotivi piuttosto che razionali.
Militando successivamente in una forza politica ancora allo stadio nascente, come Sinistra Ecologia e Libertà, ho potuto osservare da vicino i processi che portano alla nascita e al consolidamento dei partiti, portandomi a concludere un'analisi che personalmente ritengo più ponderata e articolata rispetto a quella che compii tre anni fà, durante il mio passaggio dai GD a SEL.
La prima constatazione da fare è la composizione interna delle assemblee e degli organismi partitici, dove vengono a formarsi, in maniera quasi naturale, dei raggruppamenti o dei gruppi di collaborazione spontanea tra i vari iscritti che prendono il nome di "correnti". Queste se da un lato rispecchiano le diverse anime che compongono il partito, dall'altro posso diventare uno strumento pericoloso per la sua stabilità e la sua stessa esistenza. Specialmente nelle formazioni minori, e SEL è una di queste, le correnti assumono un peso determinante perchè cementate da rapporti di natura personale tra i suoi componenti, viceversa non si può dire altrettanto per forze maggiori dove il collante che tiene insieme la corrente è innanzitutto di natura politica (una comune visione dell'organizzazione del partito, dell'etica che lo dovrebbe caratterizzare, ecc.) e poi di natura personale.
Queste correnti diventano quindi una forza centrifuga che può portare allo sfaldamento dell'organizzazione partitica qualora il confronto che si istaura tra di esse, all'interno delle assemblee (le arene di dibattito interno per intenderci), diventa scontro. Le prime avvisaglie di questo mutamento "estremista" sono riscontrabili in un continuo tentativo di screditare gli oganismi dirigenziali dell'organizzazione (siano questi a livello centrale che periferico) da parte della corrente minoritaria (quella uscita sconfitta dalle elezioni interne che si svolgono durante il Congresso di partito), in quanto i suoi membri non riconoscono la dirigenza come la valida rappresentante del partito, e quindi l'unità che dovrebbe caratterizzare l'organizzazione viene meno, dando vita ad lotta interna che paralizza considerevolmente l'azione del partito nel suo insieme.
Questa radicalizzazione dello scontro trova orgine il più delle volte da divergenze di natura personale tra i capicorrenti (ufficiali o ritenuti tali), ed è per questa ragione che diventa una frattura difficile da ricucire. Per quanto riguarda le forze politiche come SEL, quelle che vengono a formarsi in un contesto politico non uniforme, la frattura trovare origine da una motivazione di tipo culturale: trovandosi inserite a cavallo tra le formazioni politiche più moderate e quelle più radicali, la frattura si forma su una diversa concezione degli ideali e dell'attività politica. Da un lato vengono a formarsi correnti che basano la propria attività e la propria concezione della politica su una matrice che potremmo definire religiosa, ovvero esiste una forte base emozionale nell'attività e nelle valutazioni dei suoi membri, che il più delle volte si esprime attraverso la nostalgia per presunti fasti passati, con la mitizzazione di figure storiche (come potrebbe essere ad esempio Enrico Berlinguer, Aldo Moro o Karl Marx), arrivando quindi a un metodo di confronto con gli "altri" (sia che siano interni al partito che esterni) molto radicale, riconducibile a grandi linee all'aggressività delle ortodossie religiose tradizionali. Dall'altro si formano correnti di matrice liberale, che trovano le proprie basi in un pensiero non ideologizzato e che quindi considerano la trattativa e l'accordo possibile anche con forze distanti dalla propria, finendo con l'apparire spesso confuse e non chiare nelle proprie posizioni. Oltre a queste due tipologie bisogna ovviamente considerare anche le figure ambiziose, ovvero tutti quei personaggi che cavalcando diverse correnti puntano ai vertici delle organizzazioni solo per una ambizione di natura personale, portando spesso ad aggravare lo scontro o a ricucirlo a seconda dei casi.
Alla luce di questo è possibile concludere quanto queste due tipologie di correnti siano drasticamente differenti, esse rimangono in gioco perchè da un lato la formazione religiosa cerca di convertire al proprio "vangelo" le altre forze, dall'altra le formazioni liberali per loro stessa natura, la loro continua ricerca di mediazione, tendono a rimanere all'interno dell'organizzazione nella speranza di poter ricomporre la frattura col passare del tempo.
La stabilità e la vita di un partito si articola quindi su questo "valzer delle correnti", spetta alle varie dirigenze evitare che il confronto diventi scontro, mantenendo efficiente il partito. Quando però questa ricomposizione non avviene, queste organizzazioni si indirizzano sulla via dell'esteremisto, un processo che con il passare del tempo diventa sempre più inarrestabile, portando alla fine alla parcellizzione e quindi all'autodistruzione dell'organizzazione politica.

mercoledì 2 gennaio 2013

Il forziere senza lucchetto

Questo 2012 appena concluso ha visto l'incremento dei furti nelle abitazioni e negli esercizi commerciali di Codroipo. Un tendenza provocata dalla crisi economica che da anni ormai soffoca il nostro Paese e che oltre a spingere le persone a compiere piccoli furti per sopravvivere giorno dopo giorno, obbliga le forze dell'ordine a ridurre il personale e le operazioni di prevenzione e pattugliamento del territorio.
Grovis, Circonvallazione Ovest, P.zza Giardini, sono solo alcune delle zone che sono state colpite da Maggio ad oggi, da questi "topi di appartamento" (nome non proprio adatto visto che per lo più sono state colpite villette a schiera e abitazioni singole) con una precisione e un'efficienza chirurgica.
Questo gruppo di scassinatori si inserisce in un ambiente già caratterizzato da una piccola criminalità, per lo più dedita a furti di portata ridotta, bottini arraffati in fretta e furia prima del ritorno dei proprietari. La particolatà di questo nuovo gruppo è la strategia d'azione, studiata e calcolata a priori, presumibilmente attraverso sopralluoghi e analisi dei quartieri, al fine di individuare le abitazioni "più esposte", ovvero quelle più isolate perchè situate in zone periferiche, o perchè circondate da cantieri o lotti non edificati.
La città di Codroipo si presta a questa tipologia di furti in abitazione perchè caratterizzata da vaste aree residenziali prive di esercizi commerciali intorno a quali potrebbe svilupparsi una qualche forma di vita notturna (come ad esempio locali o bar). Per di più, la popolazione cittadina è mediamente benestante (trattasi per lo più di piccola-media borghesia) e la stazione cittadina dei Carabinieri conta meno di dieci effettivi. La Caserma delle forze dell'ordine più vicina è situata a Campoformido, e quindi i tempi di intervento sono mediamente sui 20-30 minuti, il tempo cioè di ricevere la segnalazione e percorrere la strada che la separa dal capoluogo del Medio Friuli.
La soluzione a questo problema spinoso purtroppo non è facile; le pattuglie miste polizia-militari e le ronde di cittadini sono inefficaci oltre che dispendiose di risorse, anche l'aumento degli effettivi e delle dimensioni della locale stazione dei carabinieri risulta impossibile per colpa della carenza di fondi statali. Quindi l'unica soluzione ipotizzabile risulta essere l'aumento dell'attività di pattugliamento e di controllo del territorio, compiuto dalle forze dell'ordine operanti nella zona del Medio Friuli, un azione, come dicevo all'inizio, ridotta a causa dei tagli al budget che gli organismi amministrativi hanno compiuto in tutti i settori di loro competenza, a danno anche delle forze dell'ordine.
Insomma anche questo aumento dei furti casalinghi ci fa percepire quanto questa crisi economica sia complessiva e ci colpisca nella vita di tutti i giorni.