lunedì 28 giugno 2010

mercoledì 23 giugno 2010

Lega Nord - la storia di una identità

Era l'11 Maggio 1992 quando Umberto Bossi poggiò a Pontida la prima pietra della Repubblica del Nord: "quello di oggi è l'annuncio di una dichiarazione di guerra ... , il primo atto di guerra vera contro la partitocrazia". Fu un inizio prorompente quello della Lega, che fece tremare le poltrone del parlamento a Roma. Lo scandalo di Tangentopoli era appena scoppiato, la Democrazia Cristiana era a pezzi, e Bettino Craxi era appena fuggito in Tunisia.
Fu in questo clima molto duro per la politica italiana che dalla spaccatura del centro-destra emerse questo nuovo partito che come obiettivo ultimo aveva la difesa dell'identità dei popoli subalpini, ottenibile solo attraverso l'attuazione del progetto "Nord libero, unito e federale". "Se vogliamo che l'Italia non diventi la Calabria d'Europa la Lega Nord deve vincere le elezioni!", erano queste le parole di Luigi Moretti, parole forti proprio come quelle del suo capo, il Senatùr, parole che non lasciano margini di trattazione.
"E' l'ultima volta che teniamo conto del resto dell'Italia ... ; nessuno dei parlamentari leghisti è autorizzato a trattare o a prendere cariche istituzionali", così il suo ideologo, Gianfranco Miglio, riassumeva la linea guida della Lega.
Ma quelle idee così forti e decise sono ancora vive nel popolo Padano? Dopo 18 anni i leader padani credono ancora in quegli ideali enunciati a Pontida nel '92?
E' difficile trovare una risposta a queste domande, da un lato questa potrebbe essere affermativa visto che, oggi come allora, il Senatùr e i suoi gerarchi continuano a ribadire la necessità di attuare un federalismo che permetta alla Repubblica Padana di prendere vita. Dall'altro però potrebbe essere negativa perchè tre leader leghisti e lo stesso Bossi siedono oggi sulle poltrone di Palazzo Chigi, e rivestono i ruoli di ministro delle Riforme, delle Seplificazioni, e degli Interni, violando apertamente l'obbligo di non rivestire cariche istituzionali.
Insomma pare chiaro che la Lega sia stata assorbita da quel sistema politico che cercava di combattere; potrebbe sembrare che la Lega Nord di oggi mostri due facce al suo popolo: una fedele al passato, pretendendo il federalismo e l'indipendenza della Padania, l'altra più occulta e fatta da accordi e sotterfugi con quei burocrati romani che si era ripromessa di combattere ed eliminare.
Alla luce di queste rivelazioni la Lega Nord può essere considerata un partito veramente nuovo?
o è solo all'apparenza? Darà veramente vita ad una repubblica Padana? o la sua brama di potere la porterà ad abbandonare i suoi principi fondatori?
Solo il tempo potrà rispondere a queste domande.