domenica 14 febbraio 2010

L'Italia Contemporanea

Viviamo tempi difficili, la crisi economica mondiale ci ha colpito, la crisi politica non accenna a migliorare e i tumulti sociali si fanno sempre più accesi, una situazione tutt'altro che positiva.
La storia ci ha insegnato che è grazie a momenti come questo che la civiltà umana ha potuto migliorarsi ed evolvere: dalla crisi della Repubblica Romana è nato l'Impero, dalla crisi del regime assolutista di Luigi XVI è nata la Repubblica Francese e dalla crisi del 1929 è nato il Welfare State.
Vista la situazione in cui il nostro paese vessa mi sorge spontanea una domanda: vedremo anche in Italia una poderosa "evoluzione" che risolverà i nostri problemi più gravi?
E' certo però che per realizzare dei grandi cambiamenti c'è bisogno di grandi uomini, l'Impero Romano nacque grazie a Giulio Cesare, la Repubblica Francese grazie a Robespierre e il Welfare state grazie a Franklin Delano Roosvelt; ebbene in Italia abbiamo un uomo di questo calibro? Abbiamo un personaggio, o un gruppo di personaggi, capaci di avviare e di guidare il processo di evoluzione del nosto Paese? Oppure scivoleremo lentamente verso il baratro dell'inciviltà?
La risposta secondo me sta nei giovani, in tutti quei ragazzi di venti e trent'anni che ancora non sono stati fagocitati da questo sistema corrotto, che ancora hanno una speranza, che auspicano un futuro migliore libero dai condizionamenti del recente passato, la cui responsabilità va in gran parte attribuita alla precedente generazione cioè quella dei nostri "genitori" responabili di aver costruito una società fondata sull'apparenza sull'immagine e sul superfluo.
A mio modesto parere un futuro migliore è possibile, basta trovare le persone giuste; stiamo vivendo un'occasione unica, un'occasione che non possiamo farci scappare: cambiare in meglio le sorti della nostra Italia!

7 commenti:

  1. La mia domanda è: è davvero possibile non essere fagocitati dal sistema nonostante l'esserne parte da 20-30 anni?
    Purtroppo non sono del tutto ottimista...

    A.

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  2. secondo me è possibile, basta continuare a pensare con la propria testa ed aver voglia di scoprire le vere notizie senza credere ciecamente a ciò che ci viene detto!

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  3. Io non sono per nulla ottimista. Penso che non ci sia cambiamento perchè il malessere non è abbastanza. Tutti noi in fondo stiamo quasi bene così, e restiamo quasi indifferenti. Un giorno ho letto un articolo che mi ha dato molta speranza: parlava di animali. Sosteneva che in molti animali si è sviluppata un'attitudine a fare del bene al prossimo senza trarne un profitto. Ad esempio portare il cibo e prendersi cura degli anziani, anche se ormai sono solo di impaccio al branco. La notizia mi è stata davvero confortante: significa che la morale non è solo il frutto dell'educazione, ma c'è qualcosa di istintivo e naturale nel fare del bene! E la cosa non è del tutto ovvia se pensiamo che in fondo tutte le nostre azioni sono finalizzate alla nostra personale felicità. Spero proprio che l'uomo faccia parte di quegli animali che hanno sviluppato un senso morale istintivo. E che ciò sia una spinta a cambiare in meglio, inteso collettivamente.
    "essere contro ed ingoiare la nostra stanca civiltà, è un dio che è morto" :)

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  4. La causa di tutto ciò è solo una parola...EGOISMO...
    gabriele

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  5. Grande Niccolò, hai pienamente ragione!
    Se i "vecchi" cercano di inglobarci in questo sistema noi dobbiamo essere forti abbastanza da resistere, e se loro non ci danno spazio dobbiamo essere ancora più forti per prendercelo. Se molliamo facciamo il gioco di chi comanda e vuole mantenere le cose così come sono.
    La politica deve cambiare, portare aria nuova, fresca, e soprattutto dare possibilità. Questo sarà possibile con un impegno da parte di tutti!
    Io auspico che si torni a credere nella politica e che con essa si possa parlare di prospettive a lungo termine.
    Riccardo

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  6. ho una domanda da porre all'autore di questo post o a chi l'abbia pubblicato; una domanda senza trappole, funzionale alla completa comprensione delle motivazioni di quanto letto: chiedo un opinione sulla figura di robespierre, sul suo effettivo operato e, alla luce di ciò, un opinione sulla domanda del post riguardo l'eredità del regime fascista, ossia 'in politica il fine giustifica i mezzi?'

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  7. non c'è dubbio che le azioni commesse dal Comitato di Salute Pubblica, di cui era rappresentante, sia ignobili e di una ferocia incredibile; bisogna però osservare anche il periodo in cui queste azioni sono state compiute, un periodo violento e caratterizzato da cambiamenti radicali. Tutti gli uomini di fine Settecento (e non solo) sono cresciuti con una concezione della politica molto particolare, non esistevano luoghi in cui poter discutere liberamente, bisognava fare ciò che il re comandava e senza discutere perchè altrimenti venivi assassinato. Inoltre Robespierre è stato l'uomo che ha guidato la trasformazione da Ancien Régime a Stato Moderno, una trasformazione talmente radicale da essere inevitabilmente violenta. Alla luce di tutto ciò ritengo che giungere a due distente conclusioni sia la scelta più corretta: se vesto i panni dello storico dico che Robespierre agì correttamente perchè convinse i Francesi del fatto che uno stato Moderno doveva essere libero e democratico, anziché assolutista e servile, e inoltre gli assicurò un futuro duraturo proprio uccidendo gli esponenti e i sostenitori del vecchio regime; mentre se vesto i panni dell'uomo del Duemila dico che Robespierre agì in modo ignobile perchè fece valere le proprie idee massacrando migliaia di Francesi anziché cercando di convincerli con le parole e con i fatti.

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