venerdì 22 febbraio 2013

La mia intenzione di voto

Mancano due giorni ormai all'appuntamento elettorale più importante degli ultimi vent'anni. Lo scenario che si prospetta davanti agli occhi dell'elettorato è confuso, ci sono molte forze politiche in campo (quasi diciasette, un numero che sembra un presagio per i superstiziosi) che appaiono molto diverse, ma non da un punto di vista programmatico o almeno non solo.
La differenza che intercorre tra tutti questi movimenti, partiti, gruppi, o come preferiscono classificarsi, passa attraverso il linguaggio utilizzato e la competenza dei suoi candidati. Da un lato ci sono le forze demagogiche, populistiche, che utilizzano termini forti nell'intenzione di accentuare il più possibile il "mal di pancia" degli elettori; dall'altra ci sono le forze pragmatiche, moderate, che invece punto su un linguaggio più articolato, fatto di termini anche complicati e quindi meno diretto rispetto agli slogan dell'altro schieramento.
L'altra grande differenza corre lungo le competenze, ed è proprio questo il punto su cui voglio soffermarmi. E' concetto fondamentale che vale per qualsiasi tipo di attività, lavorativa o meno: per eseguire correttamente un compito, per renderlo profittevole, devi avere le conoscenze e la preparazione giusta che quel compito richiedono. Questo vale sia per il lavoro manuale, che per quello intellettuale; vale per il professore come per l'attore. Questo vale anche per la politica. Un grande malinteso che è stato commesso in questo ultimo periodo è che Democrazia significhi che chiunque può governare. Questo è vero, ma non significa che chiunque può assumersi questa responsabilità.
Mi spiego meglio. Il fattore positivo del sistema democratico è che tutti i cittadini hanno la possibilità di diventare governanti, di assumersi la responsabilità di gestire la "cosa pubblica". Questo però non presuppone che tutti possono farlo. Prima di diventare governatore devi aver seguito tutto quel percorso di crescita che ti permetterà di compiere le scelte giuste, quando arriverà il momento di assumerti la responsabilità di governo, senza correre il rischio di danneggiare quella comunità che ti ha dato fiducia.
 Lo scopo principale dei partiti oggi è proprio quello di essere quel luogo, quella scuola, che forma e cresce i governanti di domani. Certamente bisogna evitare che diventino delle elite chiuse, i luoghi da frequntare obbligatoriemente per diventare governati, ma solo un'organizzazione come il Partito può darti tutte quelle conoscenze necessarie per saper compiere le scelte giuste all'atto di governare. La gran parte dei futori amministratori necessitano di questa scuola, certamente esistono però persone che grazie alle loro capacità sono riusciti ad apprendere da soli, tutto quel corredo di valori e di competenze necessarie per diventare governanti. Il sistema deve quindi essere strutturato, ma mantenere delle maglie aperte che permattano di includere anche questi autodidatti.

Alla luce di questa analisi, posso affermare che domenica darò il mio voto a coloro che hanno saputo dimostrarmi di essere pronti ad assumersi la responsabilità del governo, perchè il loro "percorso di studi" lo hanno portato a termine con successo.

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