domenica 9 dicembre 2012

"Ora e sempre Resistenza"

Lunedì sera ho partecipato a una lezione del corso "Conoscere per resistere" organizzato dall'ANPI Udine in una delle aule della Casa dello Studente di viale Ungheria, dove il professor Gabriele Donato ha tenuto la seconda lezione dal titolo "l'Antifascismo in Italia e Friuli", alla presenza di circa cento persone.
Non essendo mai stato un bravo studente la mia attenzione nei confronti del relatore non ha tardato a calare, ho quindi iniziato ad osservare tanti piccoli dettagli che mi circondavano, come il nome della ditta scritto sulla penna della mia vicina, i brufoli del ragazzo seduto davanti a me, e l'età media dei presenti, particolarmente giovane per esser un evento dell'Anpi. Dopo aver cercato invano di contarli, mi sono domandato perchè la sala era così affollata, ma soprattutto come mai ci fossero così tanti giovani; cosa li aveva spinti a venire qui il lunedì sera? 
Inizialmente ho pensato al programma del corso, interessante per carità, però non poteva essere l'unico motivo, allora ho iniziato a pensare alla situazione generale, alla crisi economica che ci sta influenzando, alla situazione politica italiana, a quale fenomeno attuale possa aver spinto così tante persone ad interessarsi all'Antifascismo e alla Resistenza.
E così ho trovato la risposta che cercavo: la situazione in cui versa l'Italia di oggi è molto simile alla devastazione che il conflitto mondiale aveva portato nel Paese di allora. Sia chiaro, c'è una sostanziale differenza tra le macerie della guerra e le "macerie" di oggi, le città non sono devastate dalle bombe, non c'è carenza di alimenti e di servizi, e tutte le persone che conosco non sono disperse o defunte. Le "macerie" di oggi sono diverse, sono macerie invisibili perchè insite in ognuno di noi, come l'etica scossa e messa in disparte dalle veline e dalla cultura dell'immagine, come la solidarietà distrutta e sostituita da un egoismo cieco e terrificante, come l'istruzione impoverita dalla superficialità e dalla sua monetarizzazione. 
E' in questa Italia "devastata" che si può scoprire il motivo per cui quell'aula lunedì sera fosse così piena, è stato quel patriottismo, quel desiderio di riscossa e di rivalsa da una situazione disastrosa che ha spinto le persone a partecipare. Settant'anni fà fu l'oppressione e la violenza del fascismo, oggi è la vergogna e la volgarità del berlusconismo che ci spinge a migliorarci, a riscattare il nostro Paese iniziando proprio dalla riscoperta di quello stesso spirito che animò i nostri nonni negli anni della dittatura fascista.

Nessun commento:

Posta un commento