Un altro caso di speculazione sconvolge i mercati nostrani, ma questa volta ci tocca particolarmente da vicino avendo come protagonista un consorzio di allevatori friulani. Sto parlando del caso COSPALAT FVG scoppiato fragorosamente negli ultimi giorni in seguito ad una denuncia da parte di un trasportatore al Nucleo Anti Sofisticazione dei Carabinieri, i quali hanno riscontrato nel latte commercializzato dal consorzio friulano una quantità pericolosa di aflotossine M1 (una tossina considerata nociva perchè capace di alterare la composizione del DNA umano).
A quanto pare i dirigenti della COSPALAT FVG consci di questa contaminazione, decisero di commercializzare comunque il latte contaminato, alterando le analisi e i referti sulla tossicità del loro prodotto e diluendo il latte nocivo con altro latte non contaminato o con della semplice acqua. Fortunatamente questa "diluizione" diminuisce la quantità di tossine presenti in una singola confezione di prodotto, portandola ad un livello di tossicità più basso, senza però eliminare del tutto i rischi per la salute sopratutto dei soggetti più fragili come i bambini.
Le indagini compiute dai NAS hanno portato alla luce quello che sembra essere un sistema speculativo complesso e organizzato a più livelli con una precisione criminale da parte della direzione di COSPALAT FVG; un sistema che coinvolgeva sia i laboratori addetti all'analisi dei prodotti, che avevano il compito di autorizzare la commercializzazione del latte e degli altri prodotti caseari, sia i trasportatori che diluivano ulteriormente il latte commercializzato, speculando sulla speculazione. Un circolo vizioso che, se confermato in questi termini, non può che lasciare esterrefatti davanti a tanta spregiudicatezza.
La COSPALAT FVG nasce nel 1998 come consorzio di 200 produttori che in quell'anno avevano organizzato importanti proteste contro le "quote latte" imposte dall'Unione Europea (famoso il corteo di 200 trattori a Codroipo). Una ribellione che è costata decine di milioni di euro di multa all'Italia per aver violato le normative europee e non aver imposto ai produttori il rispetto dei limiti stabiliti. Un protesta che fu sostenuta con veemenza dalla Lega Nord e che quindi assunse presto un connotato spiccatamente politico.
Nessun timore comunque per i consumatori italiani perchè fortunatamente COSPALAT FVG vende i suoi prodotti unicamente con il proprio marchio e, almeno in friuli, unicamente nei suoi spacci. Almeno così riferiscono varie indiscrezioni, mentre i maggiori quotidiani ancora tacciono al riguardo, forse per timore di danneggiare i caseifici clienti del consorzio truffaldino.